Il 23 e 24 giugno a Rimini è andato in scena il WMF17 , il festival dedicato al web marketing. Tra novità, aggiornamenti e conferme l’evento ha seguito un fil rouge basato sui “100 passi” da compiere. Sul palco si sono alternati in tanti, moderatori, relatori, profili di prestigio, penne e tastiere del più alto giornalismo italiano. L’apertura ha visto i Modena City Ramblers aprire il meeting proprio con l’omonima canzone “i 100 passi”, canzone che racconta la storia di Peppino Impastato. Da subito si comprende che sarà un WMF con uno sfondo fortemente etico. I 100 passi devono essere compiuti proprio in queste direzioni:
Un fitto calendario che ha visto susseguirsi tantissimi interventi. SEO, SEM, Social media e tanto altro ma vediamo di riassumere.
Le social media strategy si fanno sempre più complesse. Non basta conoscere un social network site ma sviluppare strategia su misura. Organico e a pagamento sono due dimensioni ormai parallele ed imprescindibili. I social si trasformano in strumenti di comunicazione digitale avanzata, si producono lead per generare liste di potenziali clienti interessati a prodotti e servizi. L’interazione evolve, in maniera automatizzata. Nascono le chatbot e diventano sempre più strumento di conversione all’acquisto durante il percorso decisionale o in fase di assistenza. La cura dei dettagli, la grafica, la qualità dei contenuti sono tutte peculiarità di un mercato che tende sempre più alla specializzazione. E-commerce e profili professionali, servizi e supporti, vengono presentati in questa quinta edizione. Il digital divide resta un problema evidente e mentre cresce la fruibilità mobile, resta fermo l’ambito e-commerce. Poco sfruttata la frontiera dell’esportazione online.
Insomma si tratta di una fase storica per il web marketing. Profilazioni sempre più dettagliate, azioni curate e strumenti specifici. Questa è la direzione giusta per tenere lontano dall’ambito professionale tanti ciarlatani che, cavalcando la crescita degli investimenti nel web, si improvvisa esperto, social media manager ed invece gabba il cliente creando un danno d’immagine e credibilità all’intero comparto.
Le attività di Search Engine Optimization, cioè “La SEO” o “il SEO” che dir si voglia è un insieme di operazioni necessarie per chiunque abbia in mente di aumentare la reperibilità dei propri contenuti, del proprio sito, nella SERP di Google (Search Engine Results Page) ovvero pagina dei risultati del motore di ricerca.
Il Search Engine Optimization si compone e sviluppa nelle seguenti operazioni fondamentali:
Un sito, per essere ottimizzato, necessita di una gestione oculata e complessiva, al fine di rispondere all’algoritmo dinamico di Google.
In altri termini bisogna assecondare dei requisiti fondamentali richiesti dai motori di ricerca. Nella fattispecie Google premia i siti:
Altri fattori per realizzare una buona Search Engine Optimization riguardano la risoluzione ed il peso dei documenti presenti nel sito, la riduzione dei contrasti di linguaggio e i tempi di risposta del server.
In realtà tanti altri sono i fattori che possono rendere vincente l’attività del Search Engine Optimization ma ci soffermiamo su quelli appena indicati, perché priorità.
Va specificato che il SEO richiede l’insieme di tutte queste caratteristiche e che davanti ad un sito lento, non responsive, poco aggiornato e poco sicuro si può fare davvero ben poco.
Il SEO a differenza del SEA (Search Engine Advertising) prevede il miglioramento della rilevanza e della reperibilità dei contenuti del proprio sito nella SERP di Google, mentre il SEA privilegia la visibilità a pagamento per facilitarne l’interazione e la conversione ad obbiettivi.
Un buon SEO è per sempre, ma va mantenuto nel tempo. Un buon SEA dura il tempo di una campagna.
Se volete approfondire nella nostra pagina servizi troverete ciò che vi può servire
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E’ iniziato tutto tre anni fa, quando prese corpo l’idea di realizzare un network di professionisti nel campo del marketing e della comunicazione d’impresa. Un sito che mettesse in collegamento delle competenze utili per garantire un servizio completo alle imprese. La passione personale per turismo e politica mi portarono a considerare la specializzazione in questi campi della comunicazione, il resto venne da se. Il prezioso consiglio di amici, parenti e compagni di vita: Playnplace prima, Asmaco dopo, infine decido di investire tutto su me stesso e sul mio nome. Nasce questo sito e il brand AS marketing & comunicazione. L’obbiettivo è chiaro, la difficoltà tanta, il percorso lungo.
Realizzarsi è sempre un’impresa, figuriamoci realizzare un’impresa. Inizio ad utilizzare le competenze acquisite in anni di formazione, implemento strumenti 2.0 per la diffusione del brand, ma soprattutto mi affido al passaparola diretto. Inizio così a lavoricchiare, spesso rimettendoci. Stimoli, sostegni e supporti arrivano. Chi mi mette alla prova, chi ci prova.
Devo ringraziare Giorgio Bartolucci, Alessandro Bernabucci, Stefano Di Leo, Vincenzo Tognoni per la loro fiducia e per l’avermi dato credito e modo di sperimentarmi. Capisco di essere ancora a nulla, la mancanza di un “maestro di bottega” è una grave carenza. Non demordo, grazie all’entusiasmo e al sostegno di chi mi è vicino, alla mia voglia di progettare un futuro sempre migliore, trovo la strada giusta. Investo nel SEO e posiziono il mio sito in coerenza con i miei obbiettivi ed iniziano ad arrivare i primi clienti. Consulenza gratuita e piani operativi a basso impatto economico e con grandi risultati. E’ così che prendo il decollo, aumentano i lavori, il fatturato, le soddisfazioni.
L’idea è questa: fornire un servizio completo di marketing, dall’analisi all’operatività, con la gestione di tutte le leve (prodotto/servizio, prezzo, distribuzione, comunicazione) a prezzi fattibili e con risultati tangibili.
I prezzi bassi sono dati dalla mancanza di costi fissi, la qualità è data dall’affiancamento di più professionisti. Insomma un’agenzia senza gli oneri di un’agenzia. Inizio ad operare su tutto il territorio nazionale, concentrato su Roma, Milano e Lecce. Cresco e progetto il futuro. Avendo conosciuto il mercato del lavoro dall’altra parte della staccionata, non intendo modificare la mia visione:
E’ arrivato il momento di puntare in alto, ancora una volta. Aumentare la qualità del servizio reso, unendo ulteriori competenze, specializzandosi nel settore. Nasce l’idea di realizzare un’unica, grande e vera agenzia di marketing e comunicazione integrata. Un sodalizio con una società avviata e conosciuta dal 2008. Accolta la proposta di fondere le due realtà sotto un unico brand di cui presto avrete notizia.
Nascerà una grande realtà, frutto di impegno, passione, professionalità ed un’ottica lavorativa innovativa. Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto nel tempo, dato fiducia, messo alla prova. Al contempo ringrazio tutti quelli che hanno remato contro, che non ci hanno creduto, che hanno cestinato il mio CV, sfruttato e mal pagato. Grazie a loro ho una concezione del lavoro che rappresenta la differenza più evidente tra le realtà che dominavano il mercato e quella che sta per nascere e che presto lo rivoluzionerà.
Hashtag cos’è e come si usa: guida breve per capirne qualcosa in più. I nostri post, la nostra quotidianità, è stravolta dalla presenza di un simbolo pervasivo, il famoso cancelletto . ” Quanto siamo #belle #noi al #mare a #prendere il #sole ! #Estate2016cisiamo “. Vi saranno capitati post del genere, bene, non servono a nulla.
Grazie a questo simbolo -#- si può trasformare qualsiasi parola in hashtag . In poche parole, un hashtag è una tag, cioè un’etichetta, che serve a categorizzare un argomento. Nato con Twitter, l’hashtag è stato uno strumento algoritmico apprezzato e replicato su gran parte dei social più diffusi: Google+ , Facebook e Instagram.
Approfondiamo: Hashtag cos’è e come si usa .
Scrivendo un post “hashtag cos’è e come si usa” , mi preoccuperò di diffonderlo sui social. Allora vediamo insieme come usare un # nel migliore dei modi.
” #socialmedia : Vi siete mai chiesti perchè usiamo gli hashtag e a cosa servono ? E ancora, è giusto usarli su Facebook ? (link) ” CORRETTO !
” Vi siete mai chiesti perchè usiamo gli #hashtag e a cosa servono ? E ancora, è giusto usarli su #Facebook ? #web #socialmedia #digitalmarketing (link) “ERRATO!
” #socialmedia #marketing cosa sono e come si usano al meglio gli #hashtag (link) ” CORRETTO!
” #socialmedia #marketing #cosa #sono e #come si #usano gli #hashtag (link) ” ERRATO
Il discorso qui è ben diverso. Gli hashtag servono tantissimo, i link non sono inseribili nei post ( a meno che non si stia pubblicando un post sponsorizzato ) ed infine il livello di engagement della foto è ben superiore alla forma scritta, quindi meglio impegnarsi sullo scatto 😉
Per concludere il tema Hashtag cos’è e come si usa , è importante ricordare che:
In ultimo. Se avete collegato i vostri social, in virtù dei 140 caratteri di Twitter, se avete hashtag rilevanti da inserire, metteteli all’inizio del post. Vi consiglio infine di non andare oltre i 3 hashtag per post. 😉
Costruire una campagna elettorale oggi che viviamo nel tempo della campagna elettorale permanente , un tempo in cui i partiti ed i loro esponenti sono alla continua e costante ricerca di consenso è sempre più complesso. Sollecitati dalla innumerevole produzione di sondaggi elettorali, spesso così rapidi da prevedere un campionamento assolutamente insufficiente (soprattutto su scala nazionale) , i partiti fanno attenzione a qualsiasi evento, dibattito, legge varata, emendamento proposto che può apportare una variazione del famoso ” zero-virgola” la lancetta del consenso-dissenso.
Allora come costruire una campagna elettorale di questi tempi ?
Costruire una campagna elettorale significa intanto ragionare su un’ottica “permanente” ma al contempo deve resistere alle spinte di sondaggi ed eventi. La coerenza paga, sempre. Una campagna amministrativa sarà diversa da una corsa alle regionali o alle politiche. Analizzare il contesto, conoscerlo, è il primo obbiettivo, in questa fase il sondaggio, ben strutturato e campionato in base alle esigenze del committente, potrà rivelarsi valido. E’ consigliabile fare un’unica analisi iniziale e monitorare mensilmente le evoluzioni (non settimanalmente è uno spreco di risorse e non ha alcun senso in termini di variazioni). L’analisi fatta ci permetterà di conoscere elettorato, il suo modo di informarsi, strumenti per raggiungere il target, posizionarsi davanti a diverse categorie di elettori, conoscerne problematiche e opportunità.
Una campagna elettorale richiede l’attivazione di strumenti di comunicazione che, come riporto nel mio libro, sono vari e tutti necessari, nessuno escluso. Newsletter, presenza in pubblico ed in tv, social, blog, radio, sono alcuni strumenti di comunicazione validi per veicolare i propri valori, il proprio programma e promuovere il proprio partito.
Sintetizzare come costruire una campagna elettorale in un post è assolutamente impossibile, fondamentale però è riconoscere alcuni punti da cui partire, le leve fondamentali: politico, programma, persone (elettorato), partito. Prendiamo in considerazione 5 punti che reputo fondamentali per la costruzione di una campagna elettorale efficace.
1- Analisi dell’elettorato. Una buona analisi demografica è la base di partenza. Ad essa si devono affiancare dati sociografici che indichino tendenze, scolarizzazione, metodi di acquisizione delle informazioni e altri fattori che inquadrino al meglio il proprio interlocutore.
2- Posizionamento del partito. Ogni partito ha un posizionamento presso uno specifico target elettorale. Riuscire ad ottenere un posizionamento valido presso più target significa avere un messaggio (tradotto nel simbolo, nel candidato(i), nel programma ecc.) efficace per comunicare a elettori differenti per ovvie e naturali variabili personali.
3-Coerenza del politico. Il candidato deve essere capace di veicolare con coerenza un messaggio unico quanto trasversale. Cangiante, camaleontico ma coerente, contraddizione? No, un ottimo candidato deve essere capace di parlare con chiunque, adeguare il suo modo, il suo stile, mantenendo però immutata la sostanza.
4-Comunicare il programma. Spesso sottovalutato, il programma elettorale rappresenterebbe nel marketing tradizionale la leva del prodotto. Ciò che viene acquistato direttamente dall’elettore è proprio il programma. Un buon programma deve rappresentare un breve elenco puntato che pone soluzioni fattibili, evidenti e condivisibili a problemi presenti sul territorio e presso l’elettorato.
5- Buona politica. L’elettorato ha compreso da ormai un decennio che il candidato-partito spesso si propone bene solo comunicativamente con “le solite promesse”, bravo nelle parole non nei fatti, buono nella forma non nella sostanza. Avendo compreso tutto ciò siamo arrivati a livelli di astensione che impone interrogarsi su: sono/posso essere un buon politico? posso davvero agire con passione e credo per il bene della collettività che andrà alle urne? Se così non fosse il consiglio è uno solo: restatene alla larga e trovatevi un lavoro.
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Natale si avvicina, arrivano le giornate in famiglia, le chiese straripanti, i centri delle città e le case addobbate a festa. Code in autostrada e ai supermercati. Cucine accese h 24 e panico da regalo non fatto. Il Natale è un momento importante per chiunque, al di la del credo; si festeggia qualcosa di profondo, qualcosa che permette di scambiarsi un dono, un sorriso, un incontro. Il Natale da qualunque prospettiva lo si veda è una giornata speciale, unica, lo è ancor di più se non credi al Babbo.
Ci sono delle buone ragioni per cui non crederci può renderti più felice :
1- Se non esiste lui, i doni te li fa qualcuno in carne ed ossa. Sapere che qualcuno ti abbia pensato, solo per un augurio, per una cartolina o per un cesto di prodotti tipici, ti regala una gioia unica.
2-Se non credi al Babbo devi credere nelle persone, dicevo, grazie ad ognuno di noi si concretizza lo spirito natalizio, il clima, il calore familiare, il sorriso di un bambino, lo sguardo dolce del proprio partner, l’abbraccio di un amico, familiare e parente.
3- Non credere a Babbo Natale significa sapere che a rendere una giornata unica non è lui, ma chi ti ama, chi ti pensa e se ci riesce un giorno lo può fare tutto l’anno; sapere che il Babbo non esiste aumenta l’autostima, perchè con il tuo tempo, con il tuo affetto e con i tuoi sacrifici, ti sei permesso di regalare gioia a chi ti sta vicino.
4- perchè di questi tempi se ti entra in casa un vecchio, rosso, con le gote da alcolizzato, potresti spararlo in nome della legittima difesa, tranquillo non esiste, rilassati.
5- Sin da piccolo dovrebbero spiegarti che Babbo Natale non esiste perchè è grazie ai propri genitori, amici e parenti, al loro pensiero, al loro sforzo, al loro amore, tu nasci, cresci e già questo è un dono che nessun Babbo Natale ti può regalare.
Dal 23 al 27 dicembre siamo chiusi perchè a Babbo Natale non crediamo e ai regali ed a passare del tempo con i nostri cari, con le nostre famiglie, non mandiamo avanti nessuno, ci pensiamo noi.