Economia post covid: idee per il rilancio.

ECONOMIA POST COVID ECCO ALCUNE IDEE PER RIPARTIRE VERSO UNA NUOVA ERA. La crisi economica e sociale determinata dalla pandemia non ha eguali per modalità ed impatto. Il profilo psicologico, finanziario, umano e culturale di ogni individuo è stato messo a dura prova. Come ogni crisi, anche questa, ha inciso maggiormente sulle fasce deboli della popolazione. Per deboli si intenda quelle fasce di popolazione svantaggiate per reddito, occupazione, posizione sociale o livello culturale, ma anche per legalità. Perché, oggi più che mai, scopriamo che vivere nell’illegalità, fuori dagli schemi di uno Stato,  significa essere esclusi, emarginati, senza diritti. 

Basti pensare a 3 milioni di lavoratori in nero, che erodono lo stato sociale, senza contribuirvi, e al contempo, se non dotati di forme di risparmi e di investimenti, sono privi di welfare, di assistenza. Basti pensare alle imprese che per eludere o evadere il fisco non rientrano nelle categorie del proprio codice ATECO, a titolo esemplificativo le palestre aperte come Associazioni No Profit.

La società, perciò la sua economia post covid merita di guardare lontano, di distaccarsi coraggiosamente e definitivamente dal neoliberismo. L’economia neoliberista ha sostanzialmente ritenuto che l’abbassamento delle tasse per ricchi e super ricchi portasse un aumento di investimenti. Al contrario si sono avallate delle dinamiche di accentramento di risorse. Le pratiche di liberalizzazione di “deregulation” hanno visto il mercato avvantaggiarsi di un potere sempre più autonomo, scevro da regolamentazioni, licenze e limiti imposti dal Legislatore. Un aumento delle aliquote minime, in favore di una diminuzione delle massime, ha portato ad una compressione della classe media, in favore di un aumento risicato, di pochi ricchi, ed uno, spropositato di nuovi poveri. 

In Italia il patrimonio di un dirigente è circa 5,6 volte quello di un impiegato. Una disparità presente su più comparazioni, che ha effetti devastanti in rapporto a salute pubblica, mentale e legalità. Tanto più forte è la disparità reddituale, tanto più forte sarà l’incidenza di negatività nei settori della salute e della legalità.

Data la premessa, la società che dovremo saper costruire, dovrà gradualmente interrompere il dominio di questa dottrina, in virtù di un “nuovo umanesimo” anche in campo economico.

Ecco 10 proposte per una nuova economia post covid.

  1. RIFORMA DELLE PIP. Il Piano per gli Insediamenti Produttivi in Italia è uno strumento urbanistico introdotto dalla Legge 22 ottobre 1971, n. 865 al fine di agevolare la realizzazione di aree specializzate ad accogliere insediamenti produttivi. Con lo sviluppo di nuovi mercati ed economie, questi insediamenti sono spesso diventati delle aree depresse, abbandonate. Il modello Silicon Valley ci insegna che agglomerare e infrastrutturare un’area vuol dire realizzare connessioni ultra potenti, hub logistici, snodi commerciali, uffici e dipartimenti, e contribuire perciò a portare fuori dai centri delle città traffico e mobilità. Vuol dire sviluppare nuove sinergie tra privati. Vuol dire dare vita a nuove realtà, a facilitare lo sviluppo di start up, riformare e recuperare capannoni dismessi, industrie abbandonate, efficientare un comparto su un’economia di scala e non più su poche imprese filantrope. 
  2. CROWDFUNDING DI STATO. Istituire un portale per il crowdfunding per finanziare progetti utili alla collettività. Una nuova forma di investimento, non più esclusivamente finanziario. Il crowdfunding di Stato può seguire due mission: a) micro opere – interventi con budget ridotti, su base locale, per piccole operazioni, interventi di necessità, urgenze e finalità sociali e culturali. b) macro opere – interventi per profili di grandi redditi, coinvolti nelle grandi opere, infrastrutture e necessità strategiche dello Stato, in cui il cittadino investe il proprio patrimonio, direttamente, partecipando ad un azionariato sociale.
  3. RIFORMA FISCALE. Diminuzione delle aliquote minime, aumento delle massime. Si torni ad un’equa distribuzione delle risorse, tramite la tariffazione delle aliquote. Introduzione della FLAT TAX al 5% (sotto i 10.000 euro – per dare l’occasione agli oltre 3milioni di lavoratori in nero, di emergere e rientrare nel welfare state), FLAT TAX 15% (già esistente – fino a 50.000) e FLAT TAX 30% (fino a 100.000 euro), aumento dell’aliquota massima dal 43 al 50% per redditi superiori a 100.000 euro. Inserimento tassa di investimento solidale, pari al 3% su patrimoni superiori a 900mila euro. Aumento tassazione delle buonuscite dei top manager. Romiti, Profumo, Geronzi, Cordero di Montezemolo, Colaninno, e tanti altri, hanno ottenuto buonuscite mediamente di 30 milioni di euro, tassati al 34-38%. Un aumento di tale tassazione tra il 60-64% sarebbe una scelta selettiva e incisiva. 
  4. ALIQUOTA UNICA PER COMMERCIO ELETTRONICO IN UE. Attivare un percorso di riforma europea sulla tassazione delle transazioni digitali in territorio UE. Tale aliquota, al netto dell’IVA imposta da ogni Paese, permetterebbe di scoraggiare operazioni di dumping fiscale, ed omologare l’unica cosa che può restare uguale per tutti perché prescinde dai contesti in cui si applica: il web. L’economia post covid non può non affrontare unitariamente alcune problematiche del mercato globale.
  5. PORTALE ITALIANO DELL’E-COMMERCE. In accordo con Poste Italiane, agevolando perciò la preesistente infrastruttura di logistica, realizzare il sito Nazionale dell’e-commerce, dove realizzare un’estensione delle attività fisiche presenti nelle nostre città. Una mappa Regione per Regione, in cui si può fare visita negli store di tutta Italia, e acquistare anche a distanza. Un supporto all’economia di vicinato, che diventa nazionale, condivisa, digitale. Prevedere un’area del sito dedicata al Made in Italy , con un canale preferenziale per le vendite all’estero.
  6. ESTENSIONE DETRAIBILITA’. Estendere la detraibilità a tutti i prodotti/servizi inerenti a Made in Italy, arte, cultura, spettacolo, turismo, commercio e artigianato locale. Si ottiene un doppio risultato, contrasto all’evasione fiscale e stimolo ad acquisti settoriali e qualificati.
  7. LEGGE PER OBBGLIARE ALL’UTILIZZO DEL PATRIMONIO PUBBLICO DA PARTE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI. Ogni anno in Italia spendiamo miliardi di euro per pagare affitti a privati. Uffici comunali, sedi provinciali, enti governativi, di rappresentanza, ASL e uffici ospedalieri, ambulatori, delocalizzati e attivi presso immobili di privati. Lo Stato possiede un enorme quantità di immobili. Riutilizzarli vuol dire portare a nuova luce immobili storici, spesso di pregio, e renderli utili alla collettività, che non avrà l’aggravio degli oneri di fitti passivi.
  8. EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DI TUTTO IL PATRIMONIO PUBBLICO. Accelerare il processo di autonomia energetica adeguando scuole, caserme, ospedali, trasporti.
  9. IMU E ICI per tutto il patrimonio della Chiesa. E’ inutile aggiungere altro, per chi possiede circa 1/4 del patrimonio immobiliare nazionale.
  10. SEMPLIFICAZIONE E TRASPARENZA. Creazione di un’APP che tracci come vengono utilizzate le tasse versate dai contribuenti dalle singole PA. Unificazione delle tasse e delle imposte. Riduzione modelli di contratti di lavoro, tramite moduli semplificati e procedure snelle.

QUESTE SONO ALCUNE DELLE MIE PROPOSTE PER UNA NUOVA ECONOMIA POST COVID. TU COSA NE PENSI? SE VUOI PARLIAMONE ANCHE SU FACEBOOK

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