SMM DON’T , cosa non fare con i social media.

Partiamo da una certezza: cosa non fare con i social. La riuscita della tua comunicazione sui social dipende da molte variabili. I fattori di successo sono svariati e spesso si rintracciano nel tempo, ecco alcune cose da non fare.

Non improvvisare.

Sin dall’inizio delle tue attività è fondamentale porsi le domande fondamentali : cosa voglio comunicare, come, quali risorse e strumenti, budget, tempi e obiettivi. Porsi le domande più opportune, prima di iniziare i lavori, ti porterà ad avere le risposte più importanti nel work in progress. L’utilizzo dei social appare facile ed immediato perché diffusamente utilizzati per scopi personali, ricorda: il business è altro. Non esisterebbero università e corsi di formazione se tuo cugino o tuo nipote fossero già in grado di comprendere le dinamiche del social media management professionale.

Solo con la pianificazione si possono raggiungere gli obiettivi.

Non credere alle risorse gratuite.

Si, ci sono molte applicazioni gratuite. Si, ci sono molte persone disposte ad occuparsi delle tue attività sottopagate o addirittura a titolo di favore. La comunicazione digitale non è mai gratuita. In cambio le applicazioni, i social , i programmi, possono acquisire le tue informazioni che spesso sono più importanti di un download da 100 euro. Le campagne organiche hanno un valore e basano tutto sulla tua autorevolezza, originalità, notorietà, creatività e tanto altro. Ma è indispensabile contemplare un budget per aumentare pressione, presenza, coinvolgimento, incentivare conversioni e click, sostenere il brand.

Ricorda: valore genera valore.

Non aver fretta.

Se si chiamano social network site ci sarà un motivo. E’ tutto basato sulla dinamica di una rete sociale, il valore si genera dalle relazioni. Le relazioni migliori sono quelle costruite nel tempo, con uno scambio reciproco di interesse, piacere, fiducia. Se inizi le tue attività di social media management, pensando che in tre mesi venderai di più o sarai maggiormente contattato hai sbagliato strumento. Fidati se cerchi un click in più crea una campagna di conversione con Adwords ma non stressare il tuo social media manager.

Ti fideresti mai di una persona che appena conosciuta ti chiede in prestito qualcosa? Serve tempo per entrare in relazione.

Non barare.

La rete non perdona, non si può mentire. Fornire notizie e indicazioni fasulle, produrre troll, profili falsi, non solo è scorretto ma nel tempo controproducente. I social, a differenza della tv e degli strumenti transazionali, permettono la relazione immediata. E’ possibile, per non dire certo, che un tuo atteggiamento scorretto, falso o provocatorio si possa trasformare in un boomerang.

La notorietà si può ottenere anche barando, ma la reputazione ne risentirà fortemente: non metterla in gioco.

Non cercare la viralità a tutti i costi.

Ormai non si contano gli Epic Fail delle attività, negozi, imprese, e non ultime le banche, che per rendere virale un proprio contenuto, per narcisismo o egocentrismo, finiscono nel bersaglio della rete. La viralità è pericolosa tanto quanto un’influenza, se ne parlano tutti devi fare in modo che ci sia un feedback positivo, altrimenti non solo la rete si vaccinerà, ma faranno di tutto per evitere il contagio.

Cercare la viralità ad ogni costo rende ridicoli, se non ne hai le competenze punta sull’engagement e lascia stare le manie di protagonismo.

Non forzare la mano.

Tentare di convincere a tutti i costi, mettere “mi piace” a se stessi, contare i follower, i like, e le condivisioni non porta a nulla. I social media come tutti gli strumenti di comunicazione devono essere calibrati nella giusta direzione, intensità, continuità e correttezza. Forzare la mano esaspera i follower e li rende scettici nei confronti del brand/attività o personaggio pubblico. Un piano redazionale variegato in un frame ben preciso ti possono garantire un lavoro corretto e congruo.

Se pressi una donna per andare a letto alla prima sera o non ci riesci o se ci riesci forse è meglio non considerarla come donna della tua vita (salvo eccezioni).

Non piegarti ai linguaggi della rete.

La tua comunicazione si deve adattare ma non flettere alle dinamiche della rete. Ricordati di mantenere il tuo stile comunicativo coerente con mission, vision e obiettivi della tua attività. Non storpiare il linguaggio, non abusare di hashtag non utilizzare slang o gerghi che non appartengono al tuo mondo. La rete è in continuo movimento, il contagio di idee, parole e linguaggi, modifica velocemente le mode e gli stili. Mantenerne uno distinguibile, autorevole, coerente e corretto può rappresentare un valore aggiunto.

La rete deve rappresentare un’estensione della tua presenza, non viceversa.

Non pensare di poter controllare tutto.

Ti piacerebbe sapere cosa ti dicono alle spalle? Nel web è più facile scoprirlo ma non sempre possibile. Puoi controllare tanto ma non tutto, ecco perché serve oculatezza nelle scelte di pubblicazione. Un contenuto immesso in rete sfugge spesso e volentieri di mano, accertati di poterne avere il massimo controllo o recuperare il recuperabile.

Pianifica sempre una exit strategy che ti possa aiutare ad uscire dalle situazioni di difficoltà.

Non censurare.

Hai ricevuto recensioni negative, commenti sgradevoli, condivisioni poco opportune? Non rimuoverle, rendile opportunità. Le recensioni possono fornire dati qualitativi di marketing, non prenderli sotto gamba, anzi. Se le critiche sono fondate, ringrazia per le osservazioni e proponiti come interlocutore in grado di rimuovere le criticità indicate. I commenti sgradevoli possono essere evitati a monte con i dovuti filtri. In caso di minacce, abusi e possibili reati più gravi, procedi con le indicazioni del profilo a Facebook e alle autorità. Non rimuovere è il miglior modo per avere prove e agire legalmente. Se c’è del normale dissenso la censura è controproducente, mostra di essere aperto alle critiche e verrai apprezzato.

Non si può piacere a tutti, ma se non piaci a nessuno il problema non sono i social.

Non dare troppo lavoro ai legali.

Se sostengono che il tuo prodotto non sia buono o i tuoi servizi scadenti, il miglior modo e realizzare delle campagne ad hoc. Non è il caso di scaldarsi per ogni commento negativo o critica, il più delle volte si passa all’azione legale, e spesso non si riesce a dimostrare l’ipotesi di reato, come nei casi di diffamazione. Anche con il tuo atteggiamento e le tue politiche di comunicazione digitale rischi di andare oltre, rispetta il copyright di testi, audio e grafiche e se riutilizzi contenuti altrui ricordati di indicare il titolare dei diritti.

In Italia ci sono tantissimi avvocati, non è detto che debbano lavorare tutti per te.

Non utilizzare i social per conoscenza. 

E’ ovvio che Facebook sia il social più diffuso e per questo anche il più conosciuto. Non è detto che sia il canale giusto per comunicare al tuo target e raggiungere il tuo obiettivo. Che sia Twitter, Instagram, Pinterest, Linkedin o tanti altri, spetta ad un piano strategico capirlo. Alcune aziende operano in nicchie, o sviluppano un b2b, o ancora si rivolgono a target attivi su canali più specifici. Ecco perché serve porsi domande specifiche prima di agire.

Hai mai provato a pescare gli argentini con il retino ed un pesce spada con una canna da pesca?

Non ti affidare troppo alle guide come questa.

Mettitelo in testa se vengono divulgate gratuitamente sono e possono essere di dominio pubblico, perché rappresentano utilità, informazioni e novità che nulla hanno a che vedere con le strategie, metodi e tecniche che possono rappresentare un vantaggio competitivo. Questo vale nel marketing come in ogni altro campo. Le informazioni che creano un vero valore aggiunto, i veri professionisti, se le tengono ben strette, altri no, perché nemmeno le hanno.

Proveresti mai ad operare un tuo parente solo perché hai visto un tutorial su Youtube?

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