Ammazzon: il commercio locale, suicidio o omicidio di un’intera economia?

DATI DI FATTO. L’offerta eccede la domanda in ogni ambito, se non in caso di risorse scarse. Il mondo è globale e le barriere all’ingresso sono diminuite. Ceteris paribus il prezzo più basso vince e ci sarà sempre un prezzo più basso rispetto al tuo. Se le condizioni non le detti tu, sarà il prezzo a dettarti le condizioni. In assenza di specificità, servizi, informazioni, esperienza, intrattenimento, vince la logistica, il trasporto a domicilio, la comodità (leggasi anche pigrizia). Il commercio è tutto, è scambio, produzione, valore, economia. Il commercio è evoluzione, dall’alba dei tempi ad oggi. Eppure qualcosa è sfuggito di mano. Ad ogni periodo storico corrisponde una problematica di mercato: le guerre,  l’automazione dei sistemi di produzione, oggi la rete.

NON C’E’ ALCUNA RETE CHE NON POSSA DIVENTARE UNA TRAPPOLA. Essere pro o contro la tecnologia non ha senso, è causa e conseguenza del progresso anche quando l’uomo non ha saputo governarla. Il web visto come cambio epocale ha abbattuto barriere spazio-temporali e di mercato, diluito le intermediazioni logistiche,  spiazzato il commercio tradizionale, al bivio tra vecchi modelli e modernità; ma c’è una terza via, e la scopriremo in seguito.

IL RUOLO DELL’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA. In ritardo, in netto ritardo. E questa volta non c’è da discutere di onestà, ma semplicemente di incompetenza. Il ruolo di un’amministrazione pubblica, oltre ad esercitare le proprie competenze in base al grado normativo e amministrativo di riferimento, è quello di fornire strumenti utili perché i fenomeni vengano previsti e quindi governati. In Italia continuiamo a procedere con un ritardo storico, che parte dalle scuole, finisce con l’alta formazione, e si riverbera nelle scelte quotidiane di consumatori e imprenditori. Un quadro fiscale complicato e particolarmente oneroso, l’incomprensibile incapacità di fare sistema, lo scarso livello dei profili eletti alle cariche di amministrazione pubblica, spesso non per merito e competenza, ma per bacino elettorale coltivato in cambio di favori e riconoscenze, portano l’intero Paese a ragionare di temi ormai vecchi. La moneta elettronica, il commercio digitale, le lingue, i nuovi mercati, la glocalizzazione sono temi ormai passati che in Italia ancora stentiamo a governare e spesso si crolla in vuoti normativi, ed in lacune manageriali.

IL RUOLO DEL COMMERCIANTE. E’ inutile pensare di fare di tutta un’erba un fascio. All’interno della categoria esistono svariate figure, dimensioni e dinamiche. Nel commercio si può insidiare la malavita, l’evasione, il racket, il riciclaggio, al contempo si trovano eroi moderni, coraggiosi imprenditori, gente appassionata del proprio lavoro, schiena dritta e testa alta che malgrado mille difficoltà alimentano un circuito economico, midollo di un’intero Paese. A questa gente, un’Amministrazione che si rispetti, deve volgere lo sguardo, difenderla con tutte le forze.

Ma anche questa figura, non è certamente esente da responsabilità. Supporre di non investire in formazione, nel digitale, in strategie d’impresa, in comunicazione e nel personale, nel 2020, è fuori dal tempo. Lo era prima, ancor di più oggi. Restare arroccati nella convizione che l’imprenditore sia una posizione acquisita e non un ruolo di importanza strategica (per la propria impresa e per l’intera società) è inammissibile all’alba del secondo decennio.

VICINATO VS AMAZON. Non c’è settore, non c’è mercato che non sia stato intaccato da un cambiamento di paradigma. Chi pensava di essersi messo in salvo, rispondendo a bisogni primari, ha dovuto fare i conti con la rete, la globalizzazione, la grande distribuzione, la concorrenza leale e quella sleale, la liberalizzazione selvaggia dei mercati, i mancati controlli. Ma questo rischia di diventare un gioco al massacro se non si comprende la quinta essenza della glocalizzazione: “agisci locale, pensa globale”. E’ un gioco al massacro perché il commerciante medio reagisce con la strategia di prezzo, andando a rinnovare saldi, sconti, promo, giocando ad un ribasso che non paga, anzi, l’effetto principale è la cannibalizzazione del valore venduto. E’ un gioco al massacro perché per quanto un’attività possa rimanere aperta, un negozio online non ha orari di apertura e chiusura ne divieti di sosta, problemi di parcheggio, multe o difficoltà di varia natura.

Si può essere e restare commerciante di vicinato se si è in grado di offrire esperienza, professionalità, cortesia, affiancamento nel processo di scelta, servizio pre-durante e post vendita, altrimenti la sola vicinanza non regge. Amazon è il risultato finale di tutte le nostre scelte quotidiane, non è la causa, ma la diretta conseguenza. Rischia di essere un massacro se dal basso le Amministrazioni non tutelano il proprio commercio, dal quale derivano grossi tributi. Diventa un massacro se vediamo nel digitale una minaccia e non un’opportunità e non necessariamente nel suo utilizzo, anzi, potrebbe diventare un valore aggiunto il distacco dalla rete a condizione di un servizio specifico che solo una persona in carne ed ossa e un luogo fisico può dare. E’ un massacro se continuiamo a parlarne, senza agire, perché siamo in ritardo, in gravissimo ritardo.

LA TERZA VIA. Il commercio attuale può tranquillamente ambire ad una gestione integrata che comprenda il digitale. Una bottega, un negozio di abbigliamento, un terzista puro, in generale una qualunque attività commerciale, può esercitare un ruolo determinante sul mercato se sarà in grado di agire su un piano organico. Riposizionarsi nel mercato attuale significa garantirsi una presenza digitale con la quale sostituire obsoleti, più costosi e meno efficaci strumenti di comunicazione. Significa mantenere intatta l’essenza della propria attività, ma adeguarla ai modelli di vendita basati non più esclusivamente sulla propria esperienza, ma su tecniche frutto di studi recenti e consolidati. La terza via esiste e si traccia con formazione, affiliazione a canali di vendita alternativi (on e offline) , strutturazione di un piano strategico a medio termine, gestione e analisi dati, conoscenza delle lingue e di altri mercati, con analisi di nuove opportunità. La terza via esiste dal momento che si abbandona la prima via, ovvero quella strada comoda ma non più proficua, quella intrapresa  dal nonno o dal padre, e per eredità tenuta in piedi nonostante un modello di mercato ormai lontano mezzo secolo. Esiste una terza via quando ci si allontana dall’idea di saper fare tutto perché si è padroni della propria attività. La terza via esiste se (nonostante il cuneo fiscale) il personale lo scegli e lo formi senza considerarlo un costo ma un investimento, perché solo così puoi pretendere che il consumatore dia un valore e non solo un prezzo alla tua merce. La terza via esiste soltanto se ci si mette in gioco, professionalmente e personalmente, dal vivo e perché no, online.

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